Un lieve sottofondo musicale attira la mia attenzione mentre ancora assonnato con gli occhi chiusi in quello che sembra un letto morbido realizzo che il tempo del sonno è finito.

La musica è soave ma lontana, probabilmente proveniente da un appartamento vicino. Scoprirò in seguito che si tratta di un vecchio brano, Over The Rainbow cantanto da Ella Fitzgerald. Mi piace molto. Nonostante quelle note sembrano cullare ancora per un po’ il mio stato di semi-incoscienza, gli occhi si sono aperti verso la fine del secondo ritornello.

Di fronte a me un soffitto bianco con un improbabile lampadario di uno stile che non conosco. Dentro sei lampadine led che stonano con la inevitabile vetustà di quell’ammasso di bracci metallici che culminano con finte candele in plastica. Spostando leggermente il capo gli occhi incontrano un enorme armadio marrone dalle fattezze antiche che sembra volerti venire addosso. Penso alla differenza tra vecchio e antico e non riesco ad associare l’aggettivo giusto a quel mobile. In camera da letto altri mobili a corredo appoggiati su una parete verde mare con greche incollate piuttosto male.

Dalla camera adiacente le voci di un bimbo e di una donna che lo richiama severamente dopo il solito capriccio mi suggeriscono che ho famiglia. Si vero. Pian piano rivedo il passato del corpo che mi ospita e che diventa inevitabilmente il mio luogo e il mio tempo.

Non tutti gli esseri umani hanno un’anima e spesso chi ce l’ha non sa di averla o ne dimentica l’esistenza. In molti casi l’anima è semplicemente dormiente e al momento necessario può risvegliarsi e prendere il controllo. In questo anno sono tante ad essere chiamate a prendere il controllo.

La musica che si entra dolcemente da fuori è cambiata. Non riesco a riconoscerne il brano. Sono sveglio. E’ il mio primo giorno e c’è una missione da portare avanti. Il tempo è alla fine ma non tutto è perduto.