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Sono in un ufficio con i grandi finestroni che puntano sui grattacieli di fronte. Attraverso i vetri puliti e scintillanti sfiorati dalla luce diretta del sole tante persone in tailleur o giacca e cravatta che lavorano per partecipare attivamente alla crescita del fatturato dell’azienda per cui lavorano.

Sia esso una grande corporation, sia esso un piccolo studio di servizi.

In tutte le loro attività le persone producono informazioni, cercano informazioni, scambiano informazioni.Lo si fa attraverso la parola, lo scritto, i comportamenti.

E’ in quel momento che ho sentito bussare alla porta. – Avanti!. La porta si apre e appare una donna che scoprirò solo dopo qualche giorno chiamarsi Mara. E’ una signora anziana, probabilmente dall’aspetto sopra i 60 anni, molto magra, occhi grandi e scavati , sopracciglia evidentemente tatuate.

Addosso porta un vestito che ancora oggi non riesco a decifrare, tra un vestito lungo e degli strani pantaloni larghi.

L’anziana signora è il capo. Mi guarda in silenzio per alcuni secondi. Poi rivela: “devi acquisire informazioni su queste persone”.

L’informazione

L’informazione è tutto. Avere le informazioni giuste nel giusto tempo significa anche poterle usare a proprio vantaggio.

Tutta la strategia della nostra vita si basa sull’informazione. Le nostre scelte, i nostri pensieri, le nostre strategie, sono conseguenti ad assunzioni di informazioni.

L’informazione di per sé non basta. E’ necessario che sia fedele alla realtà. Se l’informazione è sbagliata anche la scelta conseguente può essere conseguentemente sbagliata.

L’informazione errata

Spesso avere l’informazione errata può dipendere da una nostra colpa o disattenzione. La superficialità o un modo errato di intepretare ciò che il nostro cervello acquisisce attraverso i nostri sensi, ci potrebbe deviare dalla correttezza dell’informazione.

La conseguenza sbagliata parte da una nostra premessa errata. Dunque quando ci rendiamo conto di aver sbagliato possiamo incolpare solo noi stessi della premessa erronea e dell’azione conseguente che abbiamo posto in essere.

Ma non sempre l’informazione errata è dovuta ad un nostro difetto di percezione. Il più delle volte, l’informazione ci arriva sbagliata volutamente proprio per farci commettere errori.

Questo tipo di attività, fornire informazioni sbagliate, è al centro di molteplici attività anche in campo aziendale. E’ noto che tutti gli Stati hanno unità informative. L’attività di informazione è da anni definito quarto potere dello stato. I servizi segreti degli Stati lavorano nell’acquisire informazioni dal nemico e rilasciare informazioni errate al nemico.

Le informazioni, la loro interpretazione corretta, la loro decriptazione, sono alla base di intere guerre vinte o perse nella storia della nostra umanità.

In campo aziendale poi, è assolutamente normale che le aziende concorrenti hanno unità dedicate ad acquisire informazioni sempre più approfondite del tuo modo di lavorare, dei tuoi progetti, delle tue strategie. Da sempre si prova ad inserire tra i dipententi, o addirittura tra i dirigenti di una azienda concorrente, personale pagato per acquisire informazioni da utilizzare contro l’azienda target.

Oltre allo spionaggio c’è poi il controspionaggio: far acquisire all’azienda concorrente informazioni errate appositamente veicolate per farle commettere errori che a volte possono compromettere addirittura la propria esistenza.

Le conseguenze delle informazioni

Come conseguenza delle informazioni c’è tutta la vita del mondo. Tanti suicidi si sono consumati per informazioni vere o false. Tanti omicidi ma anche tanti successi. La vita e la morte passano per le informazioni.

Il convincimento di un popolo si coltiva attraverso la canalizzazione di determinate informazioni. Spesso le chiamano “campagne”. Effettivamente sono “campagne informative”, vere e proprie attività coordinate e progammate nei minimi dettagli per far apparire ai sensi del loro obiettivo (per esempio un intero popolo) le informazioni desiderate da cui ci si aspetta un determinato convincimento e determinate conseguenze in termini di azione.

La “controinformazione” è esattamente il contrario dell’attività informativa. Serve a rendere inutile la prima informando lo stesso target con contenuti diversi se non opposti e provocare azioni contrarie a quelle attese dall’attività di informazione o, per lo meno, neutralizzarla.

Porre attenzione alle informazioni

E’ importante sin da piccoli allenarci all’attività critica che ci ponga in uno status di analisi dell’informazione che ci proviene, arrivare ad un giudizio della stessa ed acquisirla solo dopo una attenta verifica personale.

Basare le proprie azioni su informazioni non verificate può essere danoso.

Ma chi verifica le informazioni? Solo noi stessi. Non possimo fidarci di verificatori esterni a noi stessi “ufficiali”. Potrebbero essere al soldo del nemico. Non possiamo fidarci se non della nostra capacità personale di verifica, del nostro modo di abituare la mente a non prendere tutto per dato veritiero solo perché lo dice un terzo attraverso un certo strumento solo perché si dice che sia credibile. Il terzo potrebbe essere semplicemente pagato da chi ha interesse che dica certe cose.

Tante informazioni regalate

Solo la nostra mente può vagliare l’informazione sulla base dell’esperienza e dell’allenamento continuo. Per la nostra crescita è anche necessario saper “barare”. Dare le giuste false informazioni potrebbe fare migliorare la nostra posizione o in altri casi semplicemente proteggere la nostra privacy.

Troppo spesso regaliamo informazioni su di noi. Attraverso il telefonino, attraverso gli apparecchi digitali nelle nostre case, le telecamere e le “orecchie” che ascoltano anche le cose più intime che ci diciamo in famiglia. E sono tutte informazioni vere perché sottratte con spesso troppo generoso consenso direttamente dalla nostra vita quotidiana.

Quando sei al ristorante, tutti al tavolo avete un telefonino. Dall’altra parte dell’oceano c’è almeno un database che registra dove siete, quanti siete, se siete vicino, cosa vi dite, cosa mangiate. Attraverso le carte di credito si registra anche quanto avete pagato, che tipo di spostamento fate, se vi dividete o continuate insieme, quanti chilometri fate, come li fate, con chi li fate e quant’altro.

Tutta le informazioni sulla vostra vita semplicemente regalate in cambio di qualche sciocchezza inutile di cui non potete fare a meno.

In cambio? Come fate controinformazione? Non la fate. Semplicemente vi siete messi in una posizione che può essere prima o poi anche usata contro di voi. E non avete scampo, almeno finché continuate a “occhi” e “orecchie” di continuare a raccogliere dati su ogni respiro della vostra vita.

Chi prende le vostre informazioni dunque non li conoscete. Probabilmente non sono gli stessi che le hanno acquisite. Probabilmente avete inconsapevolmente firmato il permesso di vendere ad altre aziende o Stati.

In cambio di cosa?


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