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Inflazione. Una parola che stiamo sentendo da mesi sempre troppo spesso al telegiornale. Presentata come una cosa brutta e spesso associata al rialzo dei tassi da parte della BCE l’inflazione sembra essere la nuova pandemia. Eppure negli anni 80 l’inflazione era abbondantemente a due cifre e, come dicono gli anziani, si stava decisamente meglio.

Ma cos’è veramente l’inflazione? Ed è sempre una cosa negativa?

Cos’è l’inflazione?

L’inflazione è un aumento generale e costante dei prezzi dei beni e dei servizi in un’economia durante un periodo di tempo prolungato. In altre parole, quando l’inflazione è presente, il potere d’acquisto della moneta diminuisce progressivamente poiché la stessa quantità di denaro può acquistare meno beni e servizi rispetto a prima.

L’inflazione può essere misurata attraverso vari indicatori, tra cui l’indice dei prezzi al consumo (IPC) e l’indice dei prezzi al produttore (IPP). Questi indicatori tengono traccia delle variazioni dei prezzi di un “paniere” rappresentativo di beni e servizi che le persone consumano abitualmente.

In Italia l’inflazione è misurata dall’Istat.

Le principali cause dell’inflazione possono includere:

  1. Domanda eccessiva: Se la domanda di beni e servizi supera l’offerta disponibile, i prezzi tendono ad aumentare.
  2. Costi di produzione crescenti: Se i costi dei fattori di produzione, come la manodopera o le materie prime, aumentano, le aziende possono aumentare i prezzi dei loro prodotti per mantenere i margini di profitto.
  3. Inflazione da costi: Questo tipo di inflazione si verifica quando le imprese aumentano i prezzi per coprire l’aumento dei costi di produzione, anche se la domanda rimane stabile.
  4. Inflazione importata: Quando i prezzi dei beni e dei servizi importati aumentano a causa di cambiamenti nei tassi di cambio o problemi economici nei paesi fornitori, ciò può influenzare l’inflazione interna.
  5. Inflazione strutturale: Questo tipo di inflazione è dovuto a squilibri strutturali nell’economia, come la scarsità di risorse o l’aumento dei costi dei servizi pubblici.
  6. Inflazione da aspettative: Se le persone si aspettano che i prezzi aumentino in futuro, possono aumentare la loro spesa ora, alimentando un ciclo di inflazione auto-sostenuto.

L’inflazione moderata è spesso considerata normale e può essere un segno di una crescita economica sana.

Tuttavia, l’inflazione elevata o iperinflazione (aumenti dei prezzi estremamente rapidi) possono causare problemi economici, tra cui la perdita del potere d’acquisto, l’incertezza economica e l’instabilità finanziaria.

Di conseguenza, le banche centrali e i governi cercano di controllare l’inflazione attraverso politiche monetarie ed economiche come il controllo dei tassi di interesse e la gestione della domanda aggregata (ciò che in effetti la BCE sta facendo da mesi pur incontrando critiche da governi e imprese).

Come combattere l’inflazione?

L’inflazione, dunque, si può combattere. Non esiste una soluzione unica per combattere l’inflazione, e le strategie possono variare a seconda delle condizioni economiche e delle sfide specifiche di ciascun paese. Inoltre, è fondamentale trovare un equilibrio tra il controllo dell’inflazione e la promozione della crescita economica.

Come abbiamo imparato dai continui aumenti dei tassi di interesse da parte della BCE, la lotta all’inflazione è una delle principali preoccupazioni delle autorità economiche e delle banche centrali.

Per combattere l’inflazione e mantenerla a livelli moderati, vengono adottate diverse strategie e politiche economiche. Ecco alcune delle principali:

  1. Politica monetaria: La banca centrale di un paese può utilizzare la politica dei tassi di interesse per influenzare l’inflazione. Aumentando i tassi di interesse, si rende più costoso prendere in prestito denaro, il che può ridurre la spesa delle imprese e dei consumatori. Questa politica è nota come “politica dei tassi d’interesse elevati”. Al contrario, riducendo i tassi di interesse, si incoraggia la spesa e l’investimento, ma può anche aumentare il rischio di inflazione. Questa politica è conosciuta come “politica dei tassi d’interesse bassi”.
  2. Politica fiscale: Il governo può adottare politiche fiscali per influenzare la domanda aggregata. Ad esempio, può aumentare le tasse o ridurre la spesa pubblica per ridurre la domanda e controllare l’inflazione. Questo è noto come “austerità fiscale”. Al contrario, il governo può ridurre le tasse o aumentare la spesa pubblica per stimolare l’attività economica in periodi di bassa inflazione o recessione.
  3. Controllo dei prezzi: In alcune situazioni, il governo può intervenire direttamente nei mercati per controllare i prezzi di beni o servizi considerati essenziali. Tuttavia, questa è una misura di emergenza e può avere effetti collaterali negativi.
  4. Politica dei redditi: Il governo può negoziare con i sindacati e le imprese per limitare gli aumenti salariali o fissare limiti alle tariffe dei servizi pubblici al fine di contenere i costi e prevenire l’inflazione da costi.
  5. Regolamentazione e concorrenza: Il governo può adottare politiche per promuovere la concorrenza nei mercati e prevenire comportamenti anticoncorrenziali che portano ad aumenti dei prezzi. La regolamentazione dei settori chiave dell’economia può anche contribuire a evitare aumenti dei prezzi ingiustificati.
  6. Stabilità della politica economica: È importante mantenere una politica economica stabile e prevedibile nel lungo periodo. Questo include avere un sistema fiscale coerente, una politica monetaria chiara e un quadro normativo stabile. La stabilità contribuisce a creare fiducia negli investimenti e nella spesa dei consumatori.
  7. Monitoraggio e analisi: I governi e le banche centrali monitorano costantemente l’andamento dell’inflazione e prendono misure preventive quando è necessario. L’analisi economica e la previsione sono strumenti importanti per prevedere e gestire l’inflazione.

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